Ormai è ufficialmente iniziata la nostra avventura nella blogosfera e devo ammettere che tutti noi della patata ci stiamo dando un gran da fare per postare quante più ricette possibili. Mentre scrivo, Gio è intento nella preparazione di un dolce interessante che spero potremo postare nelle prossime ore, ed anche Matilde è sempre aggiornata sulle novità del blog.
Un ringraziamento speciale a tutti coloro che lo stanno visitando e speriamo che troverete utile ed interessante qualche ricetta.
Ma dopo questi convenevoli di rito, andiamo all'essenza di questo post che serve per introdurre una partnership doverosa tra la patata zuccherina e l'evento sotterraneo che galvanizza i giovani leccesi, ormai da anni in diaspora per l'Italia.
Si tratta del PEGGIORE DELL'ANNO edizione 2010 che quest'anno avrà come mediapartner noi de lapatatazuccherina.blogspot.com e che, come nelle edizioni precedenti, vedrà sfidarsi alcune delle principali personalità del capoluogo salentino, ormai da anni elementi di spicco per comportamenti deprecabili e maldestri.
Ci sembra giusto citare il vincitore della passata edizione, VALERIA, che proprio di questi tempi sorprendeva tutti con proverbiali mosse a sorpresa in quel di Barcellona e Lecce. Inaspettata vittoria che l'ha portata a sbaragliare il sempre favorito GEGE', ormai da anni in testa ai pronostici dei migliori bookmakers. Inoltre, segna un eccezionale primato, essendo la prima donna in undici edizioni a portare a casa l'ambito riconoscimento.
Quest'anno i giochi si rimescolano è torna in auge un sempre più agguerrito CALSOLARO, forte del predominio estivo e dei ripetuti pacchi disseminati sapientemente durante le serate più importanti.
Il favorito però rimane NASO che sembra l'unico in grado di poter contrastare lo strapotere di GEGE' e l'ascesa preponderante della TOMA.
Seguiremo le evoluzioni di questa nuova edizione e un augurio ai partecipanti ed agli outsider.
Potete segnalarceli sulla nostra pagina fb.
30 ago 2010
LA PATATA ZUCCHERINA SOSTIENE IL PEGGIORE DELL'ANNO 2010
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29 ago 2010
CALAMARETTI RIPIENI CON PUREA DI MELANZANE E GAMBERI E FLAN DI CONTORNO
Lettera per la caduta di Simona Toma
Cara Simona,
pensando agli estenuanti e reiterati tentativi di diventare la "Peggiore dell'anno"... quanti sforzi vale un titolo così opprimente. Tutti poi ti diranno che sei stata un genio a nascondere le tue caparbie doti di ultima capitana coraggiosa! Inseguivi Eugenio ma sei sempre seconda alle sue cadute, lui sempre primo tra gli ultimi ti sovrasta e ti priva delle medaglie che sappiamo meritarti. Oggi pensavamo al tuo sorriso che ci ha riempito nel caldo e ci ha reso piacevole masticare la sabbia nelle giornate ventose dell'Adriatico e questa ricetta ha il sapore di un tuo messaggio per arrivare ultima. Ma purtroppo prima sei e prima rimani...
Calamaretti ripieni con purea di melanzane e gamberi e flan di contorno
Ingredienti per 3 persone:
- 400g di calamaretti
- 1 melanzana da circa 400g
- 100g di gamberetti
- 1 uovo
- 3 cucchiai di parmigiano
- 1 cipolla
- prezzemolo
- pangrattato
- olio d'oliva extravergine
- sale e pepe
Procedimento:
1. Pulire i calamaretti estraendo con delicatezza l'osso e eliminando accuratamente le interiora e sfilando la pellicola esterna. Quindi recuperare i tentacolini e tagliarli
2. Pulire i gamberetti privandoli anche della testa e tagliarli a pezzetti.
3. Rosolare in una padella l'olio con la cipolla tagliuzzata e non appena imbiondita aggiungiamo la melanzana tagliata a dadolata.
4. Aggiustiamo di sale e maciniamo del pepe nero quindi frulliamo il composto per qualche minuto. Uniamo dunque i tentacoli tagliuzzati dei calamaretti ed i gamberi fatti a pezzettini.
5. Riversiamo la purea ottenuta nella padella e facciamola cuocere per 5 minuti aggiungendo il prezzemolo tritato.
6. Togliamo dal fuoco, trasferiamo il tutto in una coppa ed aggiungiamo l'uovo ed il parmigiano.
7. Riempiamo i calamaretti con il composto facendo molta attenzione a non romperli (se molto piccoli fate questa operazione con un cucchiaino e con un pò di pazienza!!!) e fermate con degli stuzzicadenti.
*Ricordiamoci di far avanzare il composto per realizzare il flan di accompagnamento!
8. Ungete una teglia da forno con dell'olio, disponete all'interno i calamaretti e cospargeteli di pangrattato, sale, pepe e olio extravergine a filo.
9. In una coppetta di alluminio (oppure di terracotta) versare un filo di olio e cospargere internamente di pangrattato. Riporre all'interno il ripieno avanzato. Compattarlo con un cucchiaio e cospargerlo anche nella parte superiore con del pangrattato così da formare una bella crosticina. Aggiungere un anello di olio in superficie.
10. Infornare sia la teglia con i calamaretti ed il flan a 180° con forno statico per circa 10 minuti (controllate sempre perchè i tempi possono sempre variare da forno a forno).
11. Servite i calamaretti su un letto di pomodori e rucola ed accostati al flan ancora caldo
Cara Simona,
pensando agli estenuanti e reiterati tentativi di diventare la "Peggiore dell'anno"... quanti sforzi vale un titolo così opprimente. Tutti poi ti diranno che sei stata un genio a nascondere le tue caparbie doti di ultima capitana coraggiosa! Inseguivi Eugenio ma sei sempre seconda alle sue cadute, lui sempre primo tra gli ultimi ti sovrasta e ti priva delle medaglie che sappiamo meritarti. Oggi pensavamo al tuo sorriso che ci ha riempito nel caldo e ci ha reso piacevole masticare la sabbia nelle giornate ventose dell'Adriatico e questa ricetta ha il sapore di un tuo messaggio per arrivare ultima. Ma purtroppo prima sei e prima rimani...
Calamaretti ripieni con purea di melanzane e gamberi e flan di contorno
CALAMARETTI PER SIMONA TOMA |
Ingredienti per 3 persone:
- 400g di calamaretti
- 1 melanzana da circa 400g
- 100g di gamberetti
- 1 uovo
- 3 cucchiai di parmigiano
- 1 cipolla
- prezzemolo
- pangrattato
- olio d'oliva extravergine
- sale e pepe
I NOSTRI CALAMARETTI "ALLA CADUTA" |
1. Pulire i calamaretti estraendo con delicatezza l'osso e eliminando accuratamente le interiora e sfilando la pellicola esterna. Quindi recuperare i tentacolini e tagliarli
2. Pulire i gamberetti privandoli anche della testa e tagliarli a pezzetti.
3. Rosolare in una padella l'olio con la cipolla tagliuzzata e non appena imbiondita aggiungiamo la melanzana tagliata a dadolata.
4. Aggiustiamo di sale e maciniamo del pepe nero quindi frulliamo il composto per qualche minuto. Uniamo dunque i tentacoli tagliuzzati dei calamaretti ed i gamberi fatti a pezzettini.
5. Riversiamo la purea ottenuta nella padella e facciamola cuocere per 5 minuti aggiungendo il prezzemolo tritato.
6. Togliamo dal fuoco, trasferiamo il tutto in una coppa ed aggiungiamo l'uovo ed il parmigiano.
7. Riempiamo i calamaretti con il composto facendo molta attenzione a non romperli (se molto piccoli fate questa operazione con un cucchiaino e con un pò di pazienza!!!) e fermate con degli stuzzicadenti.
*Ricordiamoci di far avanzare il composto per realizzare il flan di accompagnamento!
8. Ungete una teglia da forno con dell'olio, disponete all'interno i calamaretti e cospargeteli di pangrattato, sale, pepe e olio extravergine a filo.
9. In una coppetta di alluminio (oppure di terracotta) versare un filo di olio e cospargere internamente di pangrattato. Riporre all'interno il ripieno avanzato. Compattarlo con un cucchiaio e cospargerlo anche nella parte superiore con del pangrattato così da formare una bella crosticina. Aggiungere un anello di olio in superficie.
10. Infornare sia la teglia con i calamaretti ed il flan a 180° con forno statico per circa 10 minuti (controllate sempre perchè i tempi possono sempre variare da forno a forno).
11. Servite i calamaretti su un letto di pomodori e rucola ed accostati al flan ancora caldo
PIATTO INTERO MEDITERRANEO |
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28 ago 2010
LA RICETTA DEL CARPACCIO AL PESTO, RUCOLA E OLIVE NERE
C'è stato un tempo in cui la pasta la condivo con la maionese, un tempo in cui quando leggevo sulle ricette 'a bagnomaria' pensavo che per cuocere servisse l'acqua di Lourdes. Ora quei tempi sono lontani, anche se in cucina, ognivolta che ci metto piede, noto negli occhi degli amici ancora un certo timore....
La ricetta del carpaccio al pesto, rucola e olive nere
Ingredienti per 2 persone:
- 400g di carpaccio di bovino
- 90g di pesto
- 15/20 olive nere
- un mazzetto di rucola
- mezza cipolla bianca
- sale e pepe
- olio extravergine d'oliva
Procedimento:
1. Tagliare a striscioline di 2/3 cm di larghezza le fette di carpaccio
2. Lavare e spezzettare le foglie di rucola (possibilemente con le mani)
3. Tagliare la cipolla a rondelle e soffriggerla con un pò d'olio
4. Aggiungere le fettine di carpaccio alla cipolla e cuocerle a fiamma alta per pochi minuti (circa 3)
5. Sgocciolare la carne e trasferirla in una ciotola insieme alla cipolla.
6. Far cuocere il pesto nel sughetto di cottura del carpaccio che avremo lasciato in padella
7. Facciamo amalgamare bene il pesto
8. Versare la salsa al pesto sopra il nostro carpaccio mescolando il tutto
9. Aggiungiamo a crudo le olive nere e la nostra rucola grossolanamente spezzettata
10. Saliamo quanto basta e aggiungiamo del pepe macinato al momento
Per rendere il piatto più estivo e fresco un'aggiunta di pomodorino ciliegia tagliato a crudo
è una variante molto gustosa, soprattutto abbinata ad un soffritto di cipolle rosse di Tropea al posto delle cipolle bianche.
Se avete una bottiglia di Notarpanaro da rubare alla cantina di vostro padre è il miglior abbinamento possibile a questo piatto.
La ricetta del carpaccio al pesto, rucola e olive nere
CARPACCIO AL PESTO ED OLIVE NERE |
Ingredienti per 2 persone:
- 400g di carpaccio di bovino
- 90g di pesto
- 15/20 olive nere
- un mazzetto di rucola
- mezza cipolla bianca
- sale e pepe
- olio extravergine d'oliva
Procedimento:
1. Tagliare a striscioline di 2/3 cm di larghezza le fette di carpaccio
2. Lavare e spezzettare le foglie di rucola (possibilemente con le mani)
3. Tagliare la cipolla a rondelle e soffriggerla con un pò d'olio
4. Aggiungere le fettine di carpaccio alla cipolla e cuocerle a fiamma alta per pochi minuti (circa 3)
5. Sgocciolare la carne e trasferirla in una ciotola insieme alla cipolla.
6. Far cuocere il pesto nel sughetto di cottura del carpaccio che avremo lasciato in padella
7. Facciamo amalgamare bene il pesto
8. Versare la salsa al pesto sopra il nostro carpaccio mescolando il tutto
9. Aggiungiamo a crudo le olive nere e la nostra rucola grossolanamente spezzettata
10. Saliamo quanto basta e aggiungiamo del pepe macinato al momento
Per rendere il piatto più estivo e fresco un'aggiunta di pomodorino ciliegia tagliato a crudo
è una variante molto gustosa, soprattutto abbinata ad un soffritto di cipolle rosse di Tropea al posto delle cipolle bianche.
Se avete una bottiglia di Notarpanaro da rubare alla cantina di vostro padre è il miglior abbinamento possibile a questo piatto.
CARPACCIO AL PESTO CON RIMPROVERO DI EMMA |
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27 ago 2010
RICETTA DELLE TROFIE FRESCHE CON MOSCARDINI E PATATE
Scrissi una lettera a Malù per ricordarle quanto il clima fosse umido vicino i monti. Mi venne da rabbrividire sentendo i racconti di viaggio uggiosi ed isolati di una cara compagna che aveva vagato solitaria tra un rifugio ed un altro. "Non ho mai visto il mare" mi disse. Non seppi rispondere a questa frase se non alzando le spalle e prendendo da terra tutte le mie forze riposte in un cesto. Lo sguardo si blocca sui monti qui, non trova riparo oltre. E la città si mangia la nostra fame senza domandare alle nostre mani quando soffrono. Per questo si decide di fare incontrare la terra ed il mare. Così che possano fare pace dinuovo.
La ricetta delle trofie fresche con moscardini e patate
I moscardini de lapatatazuccherina.blogspot.com |
- 2 moscardini medi
- 2 patate
- 250g di pomodoro pelato
- 200g di trofie
- 1 spicchio d'aglio
- olio extravergine d'oliva
- prezzemolo
- pepe nero in grani
Procedimento:
1. Pulire i moscardini eliminando dalla testa le interiora e staccando la pelle esterna. L'operazione è abbastanza facile dato che la pelle esterna tende a togliersi tutta insieme se si effettua un movimento deciso.
*Mi raccomando di non tagliarli (anche in questo caso, come per i polpi, il risultato sarebbe di renderli duri in cottura!). Usare il coltello solo per recidere le interiora.
2. Far soffriggere l'olio e lo spicchio d'aglio incappucciato (ricordo che è sempre meglio toglierlo subito onde evitare di dimenticarlo!)
3. Riporre all'interno della terracotta i moscardini puliti e coprire con un coperchio ermetico. Far cuocere a fuoco moderato per 10 minuti
4. Tagliare le patate a dadolata ( non troppo grossolana!) e metterli in cottura con i moscardini, che nel frattempo avranno rilasciato la loro acqua.
5. Lasciare cuocere con coperchio ermetico a fuoco moderato per almeno una 15 di minuti.
6. A questo punto possiamo aggiungere il nostro pomodoro pelato e ricoprire nuovamente il tutto.
7. Continuare la cottura per altri 15 minuti a fuoco moderato.
8. A cottura ultimata tagliamo i moscardini a pezzi abbastanza grossolani e riadagiamoli nella terracotta.
9. Lessiamo le trofie in acqua salata ma non eccessivamente e scoliamole abbastanza al dente.
10. Terminiamo il piatto saltando le trofie nella terracotta con tutto il sugo di condimento ed aggiungendo il prezzemolo tritato e il pepe nero macinato al momento. Per chi non ama il pepe può sostituirlo con del peperoncino fresco triturato grossolanamente.
TROFIE MOSCARDINI E PATATE |
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26 ago 2010
RICETTA RECENTE DEL POLPO ALLA PIGNATA
LA PALACIA
La Ricetta del polpo alla pignata
Ingredienti per 4 persone
- 2 polpi di media grandezza
- 2 patate grandi
- 2 carote grandi
- 2 coste di sedano
- 200g di pomodoro pelato
- 100g di passata di pomodoro
- 2 spicchi d'aglio
- 1/4 di cipolla
- prezzemolo e pepe quanto basta
- olio extravergine di oliva
* Idea in più: una decina di cozze per insaporire e crostoni di pane abbrustolito
Preparazione:
1. Pulire la testa dei polpi facendo attenzione a non tagliarli soprattutto all'altezza dei tentacoli.
Bisogna evitare di tagliare il polpo da crudo per fare in modo che non si indurisca durante la cottura.
2. Porre in una pentola alta in terracotta l'olio con i due spicchi d'aglio interi (che toglieremo appena soffritti) e il quarto di cipolla tagliato finemente
3. Rosoliamo il tutto e adagiamo i polpi coprendoli con un coperchio.
4. Nel frattempo tagliamo le coste di sedano, le carote e le patate a tocchettoni.
5. Dopo circa un quarto d'ora/ venti min. a fuoco moderato i polpi dovrebbero aver già tirato fuori la loro acqua ed aver assunto il tipico colore rosso/vinaccia (i tempi possono variare a seconda della grandezza dei
polpi)
6. Aggiungiamo a questo punto le noste verdure a tocchettoni e lasciamo cuocere a fuoco moderato con coperchio per altri 15 minuti
7. Aggiungiamo il pomodoro pelato e uno spruzzo di passata per renderlo più corposo
8. Lasciamo cuocere per altri 15 min a fuoco moderato con il coperchio non aderente, così da permettere l'evaporazione dell'acqua in eccesso.
9. A termine della cottura e prima di impiattare consiglio di tagliare a parte i polpi e riporli nuovamente nella terracotta così da poterli servire più facilmente
10. Impiattare aggiungendo una spolverata abbondante di prezzemolo e di pepe nero macinato rigorosamente al momento
*In questa ricetta amo mettere anche una manciata di cozze nere che faccio aprire nella terracotta insieme al polpo negli ultimi 15 minuti di cottura. Danno un tocco di aggressività ad un piatto già favoloso. Inoltre è usanza accompagnare questo piatto con dei crostoni di pane oppure utilizzarlo come condimento per la pasta.
Le notti in estate si usciva a prendere l'umido e a cacciare le zanzare sul porto di Otranto. Insieme si parlottava spesso di come gli Otrantini somigliassero ai sardi e quanto le anse vicino al faro erano abbandonate alla calma delle imbarcazioni. Si era ricchi con poco e le vesti erano sempre state inutili per proteggersi dal caldo. Sui bastioni abbiamo anche corso ed una notte così era afa e sogno per i pescatori che avvolgevano in rada e piangevano le loro mani distrutte dal sale. I figli hanno studiato ed io portavo assieme nel cuore una triste poesia di Scotellaro, così simile al mare
Il faro della Palacia a Otranto |
Ingredienti per 4 persone
- 2 polpi di media grandezza
- 2 patate grandi
- 2 carote grandi
- 2 coste di sedano
- 200g di pomodoro pelato
- 100g di passata di pomodoro
- 2 spicchi d'aglio
- 1/4 di cipolla
- prezzemolo e pepe quanto basta
- olio extravergine di oliva
* Idea in più: una decina di cozze per insaporire e crostoni di pane abbrustolito
POLPO ALLA PIGNATA PENSANDO A SILVIA |
Preparazione:
1. Pulire la testa dei polpi facendo attenzione a non tagliarli soprattutto all'altezza dei tentacoli.
Bisogna evitare di tagliare il polpo da crudo per fare in modo che non si indurisca durante la cottura.
2. Porre in una pentola alta in terracotta l'olio con i due spicchi d'aglio interi (che toglieremo appena soffritti) e il quarto di cipolla tagliato finemente
3. Rosoliamo il tutto e adagiamo i polpi coprendoli con un coperchio.
4. Nel frattempo tagliamo le coste di sedano, le carote e le patate a tocchettoni.
5. Dopo circa un quarto d'ora/ venti min. a fuoco moderato i polpi dovrebbero aver già tirato fuori la loro acqua ed aver assunto il tipico colore rosso/vinaccia (i tempi possono variare a seconda della grandezza dei
polpi)
6. Aggiungiamo a questo punto le noste verdure a tocchettoni e lasciamo cuocere a fuoco moderato con coperchio per altri 15 minuti
7. Aggiungiamo il pomodoro pelato e uno spruzzo di passata per renderlo più corposo
8. Lasciamo cuocere per altri 15 min a fuoco moderato con il coperchio non aderente, così da permettere l'evaporazione dell'acqua in eccesso.
9. A termine della cottura e prima di impiattare consiglio di tagliare a parte i polpi e riporli nuovamente nella terracotta così da poterli servire più facilmente
10. Impiattare aggiungendo una spolverata abbondante di prezzemolo e di pepe nero macinato rigorosamente al momento
*In questa ricetta amo mettere anche una manciata di cozze nere che faccio aprire nella terracotta insieme al polpo negli ultimi 15 minuti di cottura. Danno un tocco di aggressività ad un piatto già favoloso. Inoltre è usanza accompagnare questo piatto con dei crostoni di pane oppure utilizzarlo come condimento per la pasta.
PARTICOLARI D'AMARE |
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24 ago 2010
RICETTA DEI CAVATELLI CON LE COZZE ALLA TARANTINA
Di quando in quando accompagnavo Antonio sulla scogliera. Lo Ionio era sempre stato il mio mare preferito ed i ripetuti tradimenti non riuscivano a staccarlo dallo sguardo, come quegli amanti adolescenziali che sembrano sempre lontani e belli. Non invecchiai così mai, grazie alle nonne che intrecciavano le orecchiette ed alla compagnia sorridente di amici sognatori. Nacque così l'amore segreto per questo strano mare. Il più antico di tutti, che respirava profondamente un antico canto greco. Ed a nulla servono gli schiaffi dell'uomo, se una faccia bella era e bella rimane...
La nostra ricetta dei cavatelli con le cozze alla tarantina
Ingredienti per 4 persone:
- 1,5 Kg di cozze possibilmente di Taranto (o comunque italiane)
- 400g di cavatelli freschi
- 250g Pomodoro pelato a pezzettoni
- Vino bianco per sfumare
- Olio extravergine di oliva
- 1 spicchio d' aglio
- Pepe bianco in grani
- Prezzemolo
Procedimento:
1. Pulire le cozze con acqua fresca
2. In una pentola di terracotta mettere a soffriggere l'aglio con dell'olio extravergine di oliva
3. Appena l'aglio avrà rilasciato il suo profumo toglierlo subito
4. Riporre dunque le cozze e coprire con un coperchio alzando la fiamma
5. Sfumare con un pò di vino bianco
6. Non appena le cozze saranno ben aperte togliere la pentola dal fuoco e, facendo attenzione a non scottarsi, eliminare alcune scorze così da fare spazio (mi raccomando non tutte, circa la metà)
7. Rimettiamo la pentola sul fuoco, questa volta moderato, ed aggiungiamo il pomodoro pelato a pezzettoni
8. Copriamo con un coperchio lasciando uno spiraglio, così da avere una lenta evaporazione, e lasciamo in cottura per una ventina di minuti
9. Tritiamo nel frattempo il prezzemolo e ricordiamoci di aggiungerlo solo al termine della cottura
10. Lessiamo i cavatelli in abbondante acqua (salata pochissimo) e scoliamoli molto al dente
11. Terminiamo la preparazione del piatto saltando i cavatelli nel sugo di cozze
12. Infine aggiungiamo il prezzemolo, tritiamo al momento il pepe bianco in grani e disegnamo un anello di olio a crudo
"Di fronte al mare la felicità è un'idea semplice..."
Jean Claude Izzo
La nostra ricetta dei cavatelli con le cozze alla tarantina
Ingredienti per 4 persone:
- 1,5 Kg di cozze possibilmente di Taranto (o comunque italiane)
- 400g di cavatelli freschi
- 250g Pomodoro pelato a pezzettoni
- Vino bianco per sfumare
- Olio extravergine di oliva
- 1 spicchio d' aglio
- Pepe bianco in grani
- Prezzemolo
COZZE, CAVATELLI ED IL TRAMONTO DI TARANTO |
Procedimento:
1. Pulire le cozze con acqua fresca
2. In una pentola di terracotta mettere a soffriggere l'aglio con dell'olio extravergine di oliva
3. Appena l'aglio avrà rilasciato il suo profumo toglierlo subito
4. Riporre dunque le cozze e coprire con un coperchio alzando la fiamma
5. Sfumare con un pò di vino bianco
6. Non appena le cozze saranno ben aperte togliere la pentola dal fuoco e, facendo attenzione a non scottarsi, eliminare alcune scorze così da fare spazio (mi raccomando non tutte, circa la metà)
7. Rimettiamo la pentola sul fuoco, questa volta moderato, ed aggiungiamo il pomodoro pelato a pezzettoni
8. Copriamo con un coperchio lasciando uno spiraglio, così da avere una lenta evaporazione, e lasciamo in cottura per una ventina di minuti
9. Tritiamo nel frattempo il prezzemolo e ricordiamoci di aggiungerlo solo al termine della cottura
10. Lessiamo i cavatelli in abbondante acqua (salata pochissimo) e scoliamoli molto al dente
11. Terminiamo la preparazione del piatto saltando i cavatelli nel sugo di cozze
12. Infine aggiungiamo il prezzemolo, tritiamo al momento il pepe bianco in grani e disegnamo un anello di olio a crudo
COZZE E ROSSO TRAMONTO |
"Di fronte al mare la felicità è un'idea semplice..."
Jean Claude Izzo
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GLI AMARETTI
L'imbrunire è una parola che rimanda all'antico...pensava Matilde. Lo diceva spesso, quella era un'ora particolare, un momento di riflessione prima o dopo un momento importante. Sedevamo assopiti dall'umidità e dal caldo afoso di un pomeriggio agostano guardando il paesaggio di una ceglie messapica prima di quell'antico imbrunire.
Il vento ci accoglieva come un fazzoletto strofinato sul viso e nel frattempo il cielo rovesciava zaffate di viola intenso, attraverso le spine dei fichi d'india. In questo imbrunire. In un pomeriggio finito. Le amarezze trasformate nel caldo e rotondo abbraccio di un amico...
Ricetta per preparare gli Amaretti
Ingredienti:
- 500g di mandorle
- 50 g di mandorle amare
- 400g di zucchero
- liquore all'amaretto (quanto basta)
- un pizzico di cremore
- 2 bianchi d'uovo
- 20 dl latte
Procedimento:
1. Tritare tutte le mandorle (amare e dolci) finemente e riporle in una ciotola
2. In un'altra ciotola sbattere i bianchi dell'uovo ed aggiungere tutto lo zucchero e le mandorle appena tritate
3. Aggiungere al composto il liquore all'amaretto (noi utilizziamo l'Amaretto di Saronno), un pizzico di cremore e se l'impasto dovesse risultare eccessivamente duro allungarlo con del rosso d'uovo
4. Porre in una ciotola del latte che utilizzeremo per bagnarci le mani
5. Formare dunque delle piccole polpette schiacciate bagnandosi prima le mani nel latte
6. Adagiare l'amaretto per un verso su dello zucchero semolato e lasciare l'altro senza zucchero. Sarà adagiato sulla carta forno
7. Infornare gli amaretti in forno statico ben caldo a 180° per venti minuti circa
8. Appena il profumo di amaretti si sarà diffuso in cucina sfornare e riporre gli amaretti in un contenitore
Il vento ci accoglieva come un fazzoletto strofinato sul viso e nel frattempo il cielo rovesciava zaffate di viola intenso, attraverso le spine dei fichi d'india. In questo imbrunire. In un pomeriggio finito. Le amarezze trasformate nel caldo e rotondo abbraccio di un amico...
THE TRULLI |
Ricetta per preparare gli Amaretti
Ingredienti:
- 500g di mandorle
- 50 g di mandorle amare
- 400g di zucchero
- liquore all'amaretto (quanto basta)
- un pizzico di cremore
- 2 bianchi d'uovo
- 20 dl latte
AMARETTI PER ADRIANO |
Procedimento:
1. Tritare tutte le mandorle (amare e dolci) finemente e riporle in una ciotola
2. In un'altra ciotola sbattere i bianchi dell'uovo ed aggiungere tutto lo zucchero e le mandorle appena tritate
3. Aggiungere al composto il liquore all'amaretto (noi utilizziamo l'Amaretto di Saronno), un pizzico di cremore e se l'impasto dovesse risultare eccessivamente duro allungarlo con del rosso d'uovo
4. Porre in una ciotola del latte che utilizzeremo per bagnarci le mani
5. Formare dunque delle piccole polpette schiacciate bagnandosi prima le mani nel latte
6. Adagiare l'amaretto per un verso su dello zucchero semolato e lasciare l'altro senza zucchero. Sarà adagiato sulla carta forno
7. Infornare gli amaretti in forno statico ben caldo a 180° per venti minuti circa
8. Appena il profumo di amaretti si sarà diffuso in cucina sfornare e riporre gli amaretti in un contenitore
DOLCI AMARETTI PER UN GIORNO A CEGLIE MESSAPICA |
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21 ago 2010
LA RICETTA DELLA CONFETTURA DI FICHI
I MIEI FICHI OLIO SU TELA |
Il caldo non accennava a svanire e Matilde sentiva spegnere pian piano il costante rumore delle cicale. Si addormentava quasi, standolo ad ascoltare e sembrava lontano anni ed anni. Oggi lo sentiva raramente, soltando quando veniva di forza portata in pineta dopo che la freschezza del fiume svaniva e si decideva di ripararsi dal sole per mangiare un pranzo al sacco fatto di poche semplici cose. A poca distanza il mare che rumoreggiava. I bagnanti erano allegri e sentivano l'urgenza di comunicarlo alle barche che ormeggiavano ai margini della baia del cavallo. Incuranti del tempo che passa, i margini del mare sono immobili e irremovibili come gli ordini paterni, e solo guardando gli scogli al tramonto ti domandi come sarà quella baia nell'oscurità delle tenebre...
La Ricetta della nostra Confettura di Fichi
Ingredienti:
- 3,5 Kg di fichi sbucciati
- 1 kg di zucchero
- 2 limoni
- 1 cucchiaino di cacao in polvere
IL COLORE DI UNA DELIZIA |
Procedimento:
1. Privare i fichi della loro buccia verde e tagliarli a pezzi
2. Disporli in una pentola abbastanza capiente e porli sul fuoco
3. Aggiungere tutto lo zucchero e spremere il succo dei limoni
4. Procedere nella cottura eliminando la schiuma e i semini in eccesso con un colino a trama fitta (o semplicemente con un mestolo)
5. Mescolare il composto e tenerlo sul fuoco fino ad ottenere un addensamento ottimale (circa due ore di cottura), quindi aggiungere il cacao in polvere e mescolare.
6. Sterilizzare i contenitori di vetro in acqua bollente e porli ad asciugare
7. A cottura ultimata versare la confettura di fichi ancora bella calda all'interno dei contenitori
8. Sigillare e capovolgere, così da permettere la fuoriuscita di tutto l'ossigeno
Appena intiepidita sarà possibile riporla nella nostra dispensa e sarà un dolce aiuto nella preparazione di ottimi dolci autunnali, che avranno così un retaggio nostalgico dell'estate appena passata...
DISPENSA DELLA NONNA |
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19 ago 2010
PATATA ZUCCHERINA, QUELLA SCONOSCIUTA...
Qualche anno fa mi sembrava impossibile l'idea di aprire un blog. Non sapevo neanche bene cosa fosse, in realtà... Ed adesso mi ritrovo a scrivere il mio primo post.
Devo ammettere che nel corso di questi anni tanti sono i progressi che sono stati fatti e solo adesso si poteva pensare di condividere con tutti voi le evoluzioni umane, sentimentali e culinarie della mia famiglia.
Siamo anomali e lo scoprirete presto (inutile nascondere la nostra natura) ma vi assicuro che ci si diverte molto e le nostre ricette ne saranno speriamo l'esempio. Questo primo post vuole darvi il benvenuto. Io sono Emma, quella che ha avuto la fissa di fare il blog. Quella che sono due giorni che rompe per dare il nome giusto. Quella che dovrebbe stare in vacanza ed invece smanetta su blogger...
Devo ammettere che nel corso di questi anni tanti sono i progressi che sono stati fatti e solo adesso si poteva pensare di condividere con tutti voi le evoluzioni umane, sentimentali e culinarie della mia famiglia.
Siamo anomali e lo scoprirete presto (inutile nascondere la nostra natura) ma vi assicuro che ci si diverte molto e le nostre ricette ne saranno speriamo l'esempio. Questo primo post vuole darvi il benvenuto. Io sono Emma, quella che ha avuto la fissa di fare il blog. Quella che sono due giorni che rompe per dare il nome giusto. Quella che dovrebbe stare in vacanza ed invece smanetta su blogger...
12 ago 2010
CISTERNINO NON E' SALENTO
The day after
Ieri è stata inaugurata ufficialmente l'estate. Come? Il motto per noi della patata è : "Dai questa sera andiamo a Cisternino a mangiare le bombette arrosto!!!"
Per questa ragione ho deciso "the day after" di scrivere un post dedicato ad una delle vere bellezze della Puglia (la regione che ha dato i natali a tutti noi della patata) in questo spazio del blog, che vogliamo sia dedicato alle esperienze culinarie ed affini. Insomma, anche ieri il copione agostano si è ripetuto identico (attese estenuanti, calca, parcheggi-miraggio) e le attrattive del caratteristico comune della Valle d'Itria non ci hanno tradito.
Salento regione?
Esatto, avete letto bene... Cisternino è in Valle d'Itria e non nel Salento!
Infatti è necessario fare chiarezza sul fatto che non tutta la Puglia è Salento e che le tipicità dei territori vanno mantenute a dispetto delle tendenze turistiche del momento. La Valle d'Itria (per intenderci la zona dei caratteristici Trulli) è una parte della Puglia che conserva tratti distintivi peculiari molto differenti dalle tradizioni salentine (anch'esse estremamente belle) e noi de La Patata riteniamo interessante rimarcare queste territorialità a tutto vantaggio di chi non conosce la Puglia e vuole scoprirla.
Lo Showbiz della bombetta made in Cisternino
Voglio ricordare che l'enogastronomia della Valle d'Itria è caratterizzata dalla particolare predisposizione al trattamento delle carni, agli arrosti ed agli abbinamenti arditi con vini locali estremamente corposi e si differenzia molto dalla cucina salentina (di cui spero avremo modo di parlare in seguito).
Segnaliamo un caso particolare che mischia ulteriormente le carte, ma tanto adesso avrete le idee chiare no(?).
Una locanda made in cisternino nel cuore del salento: Lecce.
Si tratta di un'oasi culinaria con i prodotti tipici della valle d'itria nel cuore del Salento dal nome Arrosteria.
Gestita da giovani imprenditori originari di Cisternino, ripropone i tipici arrosti di carne reperendo tutte le materie prime direttamente dalle piccole aziende locali limitrofe al comune. Sembrerà strano, ma il successo di questo locale è dettato proprio dalle grandi/piccole differenze e tipicità che caratterizzano questo territorio.
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Arrosteria su Facebook
Info sulla valle d'Itria
Ieri è stata inaugurata ufficialmente l'estate. Come? Il motto per noi della patata è : "Dai questa sera andiamo a Cisternino a mangiare le bombette arrosto!!!"
Per questa ragione ho deciso "the day after" di scrivere un post dedicato ad una delle vere bellezze della Puglia (la regione che ha dato i natali a tutti noi della patata) in questo spazio del blog, che vogliamo sia dedicato alle esperienze culinarie ed affini. Insomma, anche ieri il copione agostano si è ripetuto identico (attese estenuanti, calca, parcheggi-miraggio) e le attrattive del caratteristico comune della Valle d'Itria non ci hanno tradito.
Salento regione?
Esatto, avete letto bene... Cisternino è in Valle d'Itria e non nel Salento!
Infatti è necessario fare chiarezza sul fatto che non tutta la Puglia è Salento e che le tipicità dei territori vanno mantenute a dispetto delle tendenze turistiche del momento. La Valle d'Itria (per intenderci la zona dei caratteristici Trulli) è una parte della Puglia che conserva tratti distintivi peculiari molto differenti dalle tradizioni salentine (anch'esse estremamente belle) e noi de La Patata riteniamo interessante rimarcare queste territorialità a tutto vantaggio di chi non conosce la Puglia e vuole scoprirla.
Piazzetta di Cisternino |
Lo Showbiz della bombetta made in Cisternino
Voglio ricordare che l'enogastronomia della Valle d'Itria è caratterizzata dalla particolare predisposizione al trattamento delle carni, agli arrosti ed agli abbinamenti arditi con vini locali estremamente corposi e si differenzia molto dalla cucina salentina (di cui spero avremo modo di parlare in seguito).
Segnaliamo un caso particolare che mischia ulteriormente le carte, ma tanto adesso avrete le idee chiare no(?).
Una locanda made in cisternino nel cuore del salento: Lecce.
Si tratta di un'oasi culinaria con i prodotti tipici della valle d'itria nel cuore del Salento dal nome Arrosteria.
Gestita da giovani imprenditori originari di Cisternino, ripropone i tipici arrosti di carne reperendo tutte le materie prime direttamente dalle piccole aziende locali limitrofe al comune. Sembrerà strano, ma il successo di questo locale è dettato proprio dalle grandi/piccole differenze e tipicità che caratterizzano questo territorio.
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